mercoledì 25 luglio 2007

RIZOMA 07 Una proliferazione di incontri

I festival estivi di teatro e di danza non sono solo l'occasione per assistere alla messa in scena di spettacoli, ma si trasformano spesso, per gli artisti e per il pubblico, in luoghi di incontro e di scambio di idee.
Proprio pensando alla circolazione delle idee e dei pensieri riguardanti la scena contemporanea è nata, dalla mente e dall'immaginazione di Roberto Castello, RIZOMA 07, un festival molto particolare che si differenzia dal proliferare di rassegne estive sia per l'intento peculiare che lo muove sia per la sua struttura aperta, creata per una fruizione a un tempo ludica e impegnata.
Come per le due edizioni precedenti, RIZOMA 07 sarà ospitato, dal 25 al 28 luglio, nel castello di Malgrate, ma quest'anno la struttura medioevale si trasformerà in una sorta di piazza all'aperto, con tanto di bar e tavolini, dove pubblico e artisti potranno fermarsi a chiacchierare e a osservare le performance sorseggiando qualcosa di fresco. L'intero castello diventerà così a un tempo palcoscenico espanso per degli spettacoli che sceglieranno di volta in volta lo spazio in cui rivelarsi, e luogo di incontro diffuso in cui proseguire le conversazioni sui più svariati argomenti o le analisi dei propri progetti artistici.
Il punto di forza, a livello ideativo, di RIZOMA 07 è proprio il non chiedere agli artisti invitati di presentarsi con uno spettacolo già confezionato, ma di portare un contributo aperto, capace di trasformarsi e contaminarsi grazie agli incontri che avverranno in occasione del festival. Questo perché i 9 artisti convocati al festival, ognuno dei quali opera a vario titolo nel campo della performatività contemporanea – come coreografi e danzatori, musicisti e artisti visivi, performer e compositori – si riuniranno per una intensa settimana organizzata in forma di residenza collettiva, ovvero come un tempo molto speciale da dedicare al proprio lavoro per metterne a fuoco pregi e difetti, punti di forza e efficacia formale, ma soprattutto come tempo da dedicare all'incontro con le diverse pratiche artistiche presenti a Rizoma.
Tutti gli artisti invitati saranno infatti responsabili di progettare le quattro serate del festival, vuoi con creazioni collettive maturate durante la residenza vuoi con riproposizione di temi di ricerca e esiti scenici già sperimentati, ma che questa volta andranno a incontrare gli spazi molto speciali del castello, in un rapporto di influenza palpabile sia rispetto alle suggestioni dei luoghi sia rispetto alle altre proposte artistiche a cui si troveranno affiancati.
Difficile prevedere allora cosa potrà scaturire dall'immaginario di nove persone diverse riunite in un'esperienza assolutamente unica in cui si chiede loro di fare quello che più di ogni altra cosa gli preme, ovvero esercitare la propria creatività in un costante rapporto di scambio col mondo e con l'ambiente che li circonda. Affiancati da uno staff tecnico ma sostenuti più che altro dalla loro capacità ideativa, gli artisti, per una volta resi davvero protagonisti del festival e non semplici nomi da stampare su un cartellone, hanno solo un vincolo nel progettare le quattro serate: attenersi per ogni notte a un tema proposto, tema che Roberto Castello ha estrapolato dagli studi sul movimento di Rudolph von Laban, personaggio seminale ma misconosciuto del mondo della danza. Le quattro serate dovranno quindi indagare rispettivamente le Forme, gli Spazi, i Tempi e le Dinamiche. Concetti fondamentali nell'esperienza di ogni danzatore, ma che grazie alla loro duttilità sono estremamente significativi anche per le altre arti, basta pensare a come nella musica o nell'arte visiva ci si serva di queste stesse parole per parlare della propria materia.
Oltre che a essere accomunati dalla transdisciplinarietà, assunto quasi congenito per chi si voglia occupare di arte al giorno d'oggi, i nove artisti di RIZOMA 07 condividono un altro dato importante, quello di appartenere, se ci si permette una certa elasticità del termine, alla stessa generazione, quella dei più o meno quarantenni. A parte qualche eccezione che abbassa l'età media del gruppo, si tratta quindi di persone che hanno avuto modo di esplorare e formalizzare un loro proprio linguaggio espressivo, un loro modo di stare nel mondo dell'arte, pur differendo tra loro anche in modo sostanziale riguardo alla natura delle proposte sceniche.
Ma sono una generazione emblematica anche per un altro aspetto, più legato allo stato del sistema teatrale italiano e della politica culturale più in generale, di cui questi artisti ne sono in qualche modo il barometro, segnando la drammatica difficoltà di chi vuol fare teatro oggi. Si tratta di una professione che si scopre imprigionata sia da una logica spettacolare che chiede sempre nuove creazioni da consumare, proprio come se fossero merci, sia dall'impossibilità di circuitare e presentare il proprio lavoro di fronte a pubblici diversi, aspetto fondamentale per un'arte, quello del teatro, che vive proprio dell'incontro col mondo.
RIZOMA 07 più che essere una rassegna di danza si presenta quindi come un progetto aperto sulla performatività contemporanea, in cui si metterà alla prova non solo la capacità di autogestione creativa dei protagonisti, ma anche la loro efficacia nel parlare al pubblico, nel mettere in scena non solo e non sempre un risultato dalla confezione accattivante, ma una riflessione intessuta di incontri e parole sui processi, prima che sugli esiti, di chi fa arte oggi.

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