venerdì 27 luglio 2007

Musicisti

I percorsi di avvicinamento alla dimensione del movimento, alla traiettoria inquieta della danza contemporanea, hanno spesso origine in ambiti artistici attigui, prova evidente della duttilità dell’impulso coreografico rispetto agli stimoli di un approccio sperimentale. A Rizoma due creatori di suoni coinvolti in diversa maniera con il mondo della danza.


Christophe Meierhans

Nel contesto collettivo di Rizoma si inserisce la personalità di Christophe Meierhans, compositore, performer e artista del suono, in un dialogo che esplicita un’attitudine affinata nelle esperienze di ensemble musicale, in un circuito di relazione e modulazione di visioni e intuizioni.
“Il mio approccio alle arti sceniche - ricorda Christophe - ha origine da un’osservazione esterna, per via della mia formazione come compositore. Il ruolo di musicista all’interno di un progetto teatrale mi ha via via avvicinato alla scena, fino a condizionare il mio percorso in una nuova direzione”. Dall'orchestra da camera della radio “Erlandaise Champ D'Action” di Anversa, o dalla “Mendelssohn Hammerorchester” di Lipsia, passando per l'ensemble “Risognanze” di Milano, il passo alla scena è più breve di quanto sembri: Meierhans fonda a Berlino il trio performativo C&H e il duo di design sonoro TAPE THAT, e elabora quindi una propria strategia di orientamento alla performance, che trova ispirazione in P.R.O.J.E.C.T di Xavier Leroy, in cui lo sguardo dello spettatore è rivolto alla performance, ma rediretto nello stesso tempo in un’auto osservazione.
“Essenzialmente non mi sento a mio agio in scena, nella misura in cui questa posizione accentua le mie mancanze più che le mie attitudini come performer, - afferma Christophe. Piuttosto che essere attore, scelgo di restare me stesso. Questo dato di fatto riduce il campo delle possibilità, ma stimola la ricerca di un livello di comunicazione fra il teatro e un circuito di realtà della rappresentazione.” Quest’attitudine alla ricerca ha trovato esito nel lavoro collettivo di C&H, in performance come Postcards from the Future concentrato sulla traduzione in scena di situazioni urbane quotidiane. Un processo di creazione artistica che nel progetto di Rizoma trova una modalità analoga: “Lavorando essenzialmente in contesti collettivi, sono abituato a integrare la mia personalità in un’identità condivisa.”


Stefano Giannotti

Si è diplomato in composizione con Pietro Rigacci ed è stato assistente di Alvin Curran in Crystal Psalms e Tufo Muto. Ha suonato in diversi paesi europei con il "Trio Chitarristico Lucchese" e nel 1997 ha avviato una collaborazione con il coreografo Roberto Castello. Si definisce un “autore” che usa suoni e immagini per creare metafore. Più che al mondo della musica contemporanea, si sente vicino al cinema e alla radio, al teatro e alla canzone d'autore. É partito da Bob Dylan e dai Pink Floyd (da bambino) e attraverso i Genesis e i Van Der Graaf è approdato a Brian Eno, Cage e Alvin Curran. É affascinato e studia le voci e i volti delle persone, i paesaggi, i linguaggi e le lingue, i bambini e i vecchietti, l'universo femminile e gli australopitechi.
Ama Stravinski quasi quanto David Sylvian. Kubrick è il suo artista ideale. Diversi sono stati gli incontri importanti nella sua carriera, fra i quali il Teatro Del Carretto all'età di 18 anni, Alvin Curran (di cui è stato assistente) all'età di 24, sua moglie all'età di 28, Roberto Castello nel 1997. Ma prima ancora, quando il padre lo portò (a 13 anni) a vedere 2001 Odissea nello Spazio al cinema. Infine Le Cirque Imaginaire, un concerto dei Penguin Cafe Orchestra a Perugia, C'era una Volta il West da bambino ecc. Ha presentato le sue opere in numerosi festival, soprattutto esteri, e molti dei suoi lavori sono stati prodotti per e in collaborazione con importanti radio italiane ed estere. Nel 2006 ha realizzato a Taiwan Chiayi Simphony, un film/reportage strutturato in chiave sonora e astratta. Del 2007 è Geologica, del quale lo stesso Giannotti dice: «Ho immaginato una Parigi nel 50050 a.C. popolata da Neanderthals e Homo Sapiens che chiacchierano amabilmente in un bar dell'epoca (distruggono il locale): il cameriere si rivela essere un australopiteco kamikaze che fattosi saltare in aria distrugge tutto e dà inoltre origine al big-bang; l'universo si espande e si ripercorrono le varie ere geologiche con quintali di meteoriti (sternuti e tosse) dinosauri (forbici e spillatrici) e pezzi della torre Eiffel (ferraglia strofinata a terra) che volteggiano nel vuoto cosmico. L'australopiteco è sempre presente nei momenti cruciali (mentre Adamo o Eva mangiano la mela, respinto dall'Arca di Noe, alla capanna di Gesù) e ritorna trasformato in toro ad una corrida nella Siviglia del 50050 a.C.»
Stefano Giannotti ha collaborato con Aldes di Roberto Castello e Alessandra Moretti sia in anni passati che nell'ultima produzione, componendo musiche originali.
Secondo lui, Rizoma potrà essere un momento in cui fare trascendere le discipline di ognuno in qualcosa di collettivo.

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